SETTEMBRE .

Piove, piove, l’ aria è densa di quel sapido odore di polvere atterrata, è pulizia rinnovata.  Finalmente intravedo spiragli di agognato inverno.  Grigie, minacciose nuvole basse, dove solo timidamente, a tratti, il sole tenta un ultima, strenua resistenza, alla ricerca di qualche pertugio dove potersi palesare. Rinfrancato nello spirito e più motivato, entro a studio canticchiando le ultime strofe di un motivetto tanto di moda quest’ estate, quasi a volerla esorcizzare. Riprendo coscienza di una ritrovata manualità, parzialmente persa durante il mese scorso, per esercizio ridotto. Ecco, prende corpo un braccio, un busto, un visetto di fanciulla imbronciata ed impertinente, che pur modellata con tanto entusiasmo, sembra dileggiare il suo creatore. Strizzo gli occhi, il mestiere insegna, per ridurre la luce e per apprezzare meglio i chiari e gli scuri dei ridotti spessori del bassorilievo. Questa nuova dimensione plastica mette in risalto la tensione poetica ed affabulatoria di questa nuova scultura, anch’ essa capace di dare un senso compiuto all’ esistenza dell’ artista.

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